La Città del Secondo Rinascimento

Numero 28 - La politica del tempo

Andrea Bombarda
socio di Acetum Srl, consigliere dell'AIB (Assaggiatori Italiani Balsamico)

ACETUM: POLITICA D'IMPRESA IN DIREZIONE DELLA QUALITÀ

Acetum ha da sempre sposato la politica delle certificazioni e questo le ha consentito di distinguersi sul mercato…

Oltre che alle certificazioni obbligatorie – come, naturalmente, la certificazione sanitaria HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point), o quella specifica del nostro settore di un prodotto DOP come l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena –, la nostra scelta aziendale si è sempre orientata verso produzioni di qualità, di conseguenza verso una certificazione volontaria di prodotto. Infatti l’intera gamma dei nostri prodotti è suddivisa nelle quattro categorie qualitative dettate dall’analisi sensoriale messa a punto dall’Associazione AIB (Assaggiatori Italiani Balsamico), il sistema di certificazione volontaria delle Foglie. 

Inoltre, per lavorare con l’estero, Acetum è certificata secondo gli standard del BRC/IFS (British Retail Consortium), per il Regno Unito, e con diversi Enti preposti. Tra gli standard di certificazione più curiosi imposti dai clienti, il Codice Etico è uno strumento per tenere sotto controllo la qualità dell’ambiente di lavoro: per esempio, i nostri clienti americani sono interessati al fatto che l’azienda segua una serie di norme che rispettano l’ambiente naturale, ma anche precisi criteri riguardanti la soddisfazione del personale, gli stipendi e le condizioni lavorative.

Le certificazioni sono anche uno strumento per conoscere la filosofia dell’azienda verso il prodotto e verso la clientela. Fin dall’inizio, noi abbiamo adottato una politica in direzione della qualità, cercando di fornire un prodotto al top e per questo le certificazioni sono diventate un mezzo con cui il mercato può controllare e distinguere il nostro livello qualitativo. Inoltre, ci consentono di evidenziare quali sono gli elementi su cui intervenire per il miglioramento continuo, anche strutturale, dell’azienda. Per questo ci siamo certificati sia ISO 9001 che ISO 14000.

Molta cura anche nei dettagli, il nostro stabilimento è stato costruito secondo le più recenti normative edilizie e tecniche; allo stesso tempo abbiamo adottato alcuni accorgimenti – come il tetto del capannone intervallato da cemento e vetro in modo che la luce con cui lavorano gli operai fosse naturale –, che hanno permesso di migliorare la qualità del lavoro.

Anche l’attenzione alla ricerca e i rapporti con l’Università vi hanno permesso di crescere e migliorare…

Sì, per esempio, siamo stati fra gli sponsor, per cui con l’Università di Reggio è stato possibile fondare nel 2005 un gruppo di studio internazionale che ha dato avvio a un simposio sugli aceto-batteri. Questa ricerca ha preso in considerazione lo studio degli aceto-batteri coinvolti in tutte le fermentazioni acetiche, dalla fermentazione dei baccelli del cacao alla fermentazione del riso o del malto per fare l’aceto. 

La ricerca comporta certamente una crescita, non solo nei confronti dei concorrenti, ma anche verso il mercato, perché consente di essere propositivi, anziché subire le trasformazioni.

Quindi, l’investimento nella ricerca è come il rispetto delle norme, non un dovere e un onere imposto dall’esterno, che intralcia il lavoro, ma una chance in direzione della qualità?

Le norme e lo studio, la ricerca, devono essere lo specchio della realtà dell’azienda. Le buone norme di comportamento aiutano a risolvere le difficoltà in cui l’azienda può trovarsi suo malgrado. Una volte descritte le procedure della realtà aziendale, la certificazione può essere uno stimolo a risolvere i problemi al fine di ottenere un prodotto e un servizio di qualità.