La Città del Secondo Rinascimento

Numero 30 - Come vivere

Davide Pierinelli
titolare de La Pietra Immobiliare, Bologna, e presidente dell'ASPI Emilia Romagna

ETICA, ARTE E SALUTE PER L'INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE

Lei è presidente dell’Aspi Emilia Romagna, nonché fondatore dell’agenzia La Pietra Immobiliare. Può dirci qualcosa di queste attività?

Costituita nel 1948, l’Aspi (Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari) – che oggi conta oltre quattordicimila iscritti nella provincia di Bologna – riceveva da qualche anno molte richieste d’inserire fra i suoi servizi anche quello d’intermediazione immobiliare. Per rispondere a queste esigenze, nel 2004, è nata La Pietra Immobiliare, un’agenzia immobiliare a tutti gli effetti, che si occupa di locazione e compravendite, a cui si rivolgono molti nostri associati che hanno appartamenti da affittare e da vendere.

Quali sono i vostri servizi in particolare e a quali categorie di clienti vi rivolgete?

La Pietra Immobiliare è una società, quindi non offre un servizio senza scopo di lucro, però, essendo all’interno di un’associazione che da sessant’anni è sempre stata molto attenta al rapporto con le istituzioni e alle problematiche sociali, tiene conto dell’etica, nel senso che nei suoi servizi offre assistenza completa non solo al proprietario ma anche all’inquilino: per esempio, invitiamo il proprietario a chiedere un affitto che sia consono all’immobile che mette in locazione e talora rinunciamo a prendere incarichi di locazione di appartamenti che riteniamo sopravvalutati dal proprietario.

La nuova Legge 431 del ‘98 ha riformato la normativa delle locazioni, introducendo il canone concordato. Questa legge prevede un contratto con una durata inferiore, ma l’importo corrispondente agli anni di locazione, il canone, non è deciso tra le parti ma è concordato tra l’Associazione dei Proprietari e l’Associazione degli Inquilini, che hanno stabilito tabelle a cui entrambe le parti devono attenersi. Il proprietario che stipula un contratto a canone concordato può avere il vantaggio di vedersi azzerare l’ICI da parte del Comune, cosa che accade a Bologna. A livello nazionale, invece, è stato deciso che il proprietario che stipula un contratto a canone concordato ha uno sconto fiscale nella propria dichiarazione Irpef di un 25 per cento in più rispetto all’85 per cento dichiarato se stipula un contratto a canone libero. Ma, poiché questo sconto fiscale è legge per i comuni definiti dal CIPE ad alta tensione abitativa, riteniamo che sia ingiusto perché fa sì che nella provincia di Bologna ci siano 11 comuni considerati ad alta tensione abitativa e altri 49 no.

Voi fornite consulenza fiscale amministrativa, bancaria, finanziaria...

Oltre a seguire tutti gli aspetti della contrattualistica, forniamo una serie di servizi, tra cui la valutazione di finanziamenti con banche e società finanziarie, la possibilità di usufruire di servizi notarili a prezzi concorrenziali e l’assistenza per gli sgravi fiscali.

Poi, essendo nell’ambito dell’Associazione, veniamo interpellati dai proprietari in casi di morosità degli inquilini, o dagli stessi inquilini, che, per esempio, lamentano oneri non di loro pertinenza. E noi li convochiamo, per contribuire a risolvere in modo amichevole i problemi.

A proposito di etica, lei è stato, con altri, ideatore e promotore di molti progetti che tengono conto delle esigenze della salute nella casa. Può dirci qualcosa del progetto che attiene all’adeguamento della casa alle esigenze del malato di Alzheimer?

Dal 2000 l’Associazione è diventata punto di riferimento per una serie di istanze non solo dei nostri associati, ma di tutta la città, come l’esigenza di una tutela contro l’installazione delle antenne di telefonia mobile: con una raccolta di firme abbiamo obbligato il Comune di Bologna a farne una mappatura e a bloccarle; o come la battaglia contro le emissioni di gas radon sprigionate da materiali di costruzione. Inoltre, presso la nostra sede si è costituita l’Associazione Nazionale Alzheimer di Bologna e abbiamo ritenuto importante partecipare attivamente anche alle richieste che questa Associazione ha avanzato nei confronti del governo e dello Stato, per tutelare i malati. L’Alzheimer è un problema che non riguarda solo il malato, ma anche i parenti e la casa in cui vive. Per questo abbiamo sostenuto che lo Stato deve andare incontro alle famiglie perché la casa, per un malato di Alzheimer, è il punto di ritrovo, dunque deve essere adeguata, dai colori delle stanze all’assenza di angolature pericolose. Ma se una famiglia deve adeguare un appartamento, oltre al dramma umano della malattia, c’è anche quello economico. L’ammalato di Alzheimer non grava sulle strutture sanitarie, ma sulle strutture familiari, ecco perché lo Stato dovrebbe essere più attento e finanziare l’adeguamento delle case.

Abbiamo anche sponsorizzato un progetto che prevedeva una serie d’iniziative di arte nella città, come mostre di pittura e scultura, ospitando anche opere di studenti dell’Accademia di Belle Arti. Tutto quello che aumenta la socializzazione e la vivibilità urbanistica incide anche sulla primaria abitabilità dell’immobile e sul suo stesso valore. Un miglior stile di vita, di costruire, di ristrutturare dà la possibilità di vivere meglio, oltre che un valore maggiore al momento della commercializzazione. Per questo il nostro slogan è “Aspi, la casa delle case”.

Progetti per il futuro?

In via Matteotti n. 31 abbiamo in esclusiva la riqualificazione dell’ex palazzo dell’Enel, da cui sorgeranno una quarantina di appartamenti e svariati vani commerciali, che saranno commercializzati per vendita da La Pietra Immobiliare.

La sfida per il futuro è quella di continuare con serietà nella valutazione degli immobili, specialmente in questo periodo in cui si è creata una bolla speculativa nella città di Bologna, una sovrastima degli immobili non corrispondente al loro effettivo valore, che non permette agli acquirenti una reale comparazione tra vecchio e nuovo.