La Città del Secondo Rinascimento

Numero 14 - L'impresa, l'avventura e il rischio

Luigi Pellegrini
amministratore delegato di ARTFIN

ARTE E FINANZA

intervista di Anna Spadafora

Dopo i fondi arte, è nato un nuovo prodotto in cui s’incontrano arte e finanza, Aletti Piano Arte. Che cos’è?

Faccio una premessa dovuta, perché Banca Aletti si conferma ancora una volta per essere all’avanguardia nell’individuazione di prodotti nuovi da offrire a una clientela sempre più esigente nel tempo. Sono grato a Banca Aletti per avere aderito a questo progetto perché è assolutamente innovativo, è la prima volta che sul mercato viene pensato un prodotto di questo tipo. A differenza dei prodotti tradizionali d’investimento in arte, come i fondi d’investimento, Aletti Piano Arte si distingue prima di tutto per una gestione dinamica e un rapporto tailor-made, studiato sulle esigenze del singolo cliente; in secondo luogo perché il cliente ha la possibilità nel periodo della gestione di potere tenere in casa propria dei capolavori, contornarsi di bello e avvalersene per acquisire un’immagine di prestigio; in terzo luogo, perché il cliente ha la possibilità non solo di conferire danaro nella gestione ma anche di conferire opere d’arte della propria collezione in un’ottica di valorizzazione nel medio termine. È un prodotto che, associato a altri prodotti d’investimento che la banca propone al cliente, abbassa sensibilmente il rischio di oscillazione della gestione considerata nel suo insieme.

Lei diceva che è grato – penso come amministratore delegato di ArtFin – a Banca Aletti perché ha recepito questa novità. Ma allora ArtFin è stata proponente del progetto che sta alla base del prodotto? Che cosa fa ArtFin e da quanto tempo lavora nel campo dell’arte?

ArtFin non è stata proponente ma il progetto Aletti Piano Arte è stato condiviso fin dall’inizio, è frutto di una collaborazione che dura da diversi anni, perché Banca Aletti che è stata la prima in Italia a fornire ai clienti servizi di Art Advisory strutturati in modo interessante, tant’è che è considerata, nel rating delle banche europee, la numero uno per l’Art Advisory.

ArtFin è una società di servizi e consulenza per l’arte, nata nei primi anni del 2000, con l’intento di portare anche sul mercato italiano una figura innovativa, una figura neutra rispetto al mercato. In realtà, poi ci siamo strutturati in maniera innovativa proprio sul panorama internazionale. Il percorso che abbiamo fatto con Banca Aletti non è fatto solo di fornitura di servizi a valore aggiunto alla clientela private, ma è un lavoro più trasversale nel quale Banca Aletti si è anche spinta in direzione del sostegno di iniziative culturali sul territorio, andando a individuare, anche in zone non particolarmente battute, iniziative che potessero valorizzare i musei anche locali e favorire lo sviluppo del territorio. ArtFin è composta da un pool di esperti di livello internazionale, che operano sul mercato internazionale in tutti i diversi comparti artistici, dalla pittura antica all’arte contemporanea, passando per l’Ottocento, le arti applicate e la numismatica. La peculiarità del nostro servizio è che il cliente, rivolgendosi a noi, trova una risposta a trecentosessanta gradi, sia nei diversi comparti artistici sia in termini di servizi che siamo in grado di erogare nell’assistenza alla gestione del patrimonio artistico: dalle perizie assicurative alle attività di valorizzazione a quelle di conservazione e di restauro. ArtFin non si limita solo a creare prodotti ma fornisce servizi a altissimo valore aggiunto a una clientela che per sua natura è particolarmente esigente.

Affinché un cliente possa avere fiducia è molto importante capire come avviene il processo decisionale. Come si giunge ad acquisire un’opera anziché un’altra?

È un processo molto lungo e complesso. Ci sono una serie di parametri che vengono presi in considerazione nella determinazione dell’autenticità, dello stato di conservazione dell’opera, della qualità del soggetto e dell’andamento del valore dell’artista sul mercato in assoluto. È un processo che avviene attraverso decisioni collegiali e spesso rimandate a pareri di terzi esterni. C’è un comitato di gestione che si riunisce settimanalmente per valutare diverse proposte pervenute dai mercati di tutto il mondo. Questo comitato individua e fa una preselezione delle opere che possono essere inserite nella gestione; se è il caso, si avvale degli esperti di riferimento esterni internazionali – gli esperti del singolo artista – per avere un parere definitivo sulla due diligence e, alla fine di questo processo, decide se e come inserire l’opera d’arte in un determinato portafoglio.

Nel rendiconto semestrale, quali sono i criteri di cui tiene conto Aletti Piano Arte per determinare l’incremento di valore delle opere che fanno parte della gestione?

I bench mark per il rendiconto semestrale dell’incremento di valore della gestione sono principalmente dati dalle aggiudicazioni ufficiali delle opere d’arte. Oltre al reporting semestrale contenente il valore e le operazioni svolte dagli esperti interni di ArtFin, i clienti ricevono un rendiconto annuale sulle stime da parte di esperti di primarie case d’asta internazionali.