La Città del Secondo Rinascimento

Numero 21 - La modernità

Enrico Grani
presidente e amministratore delegato della Grani & Partners

IN DIREZIONE DELLA CIFRA

Intervista di Anna Spadafora

Quest’anno la Grani & Partners di Hong Kong ha inaugurato una nuova sede, molto più grande di quella in cui era partita tanti anni fa, quando nessuno pensava a trasferire una parte della produzione in Estremo Oriente. Mi sembra che il vostro sia un esempio d’integrazione fra due paesi e due culture differenti, non una semplice delocalizzazione: è un aspetto molto importante per capire in che modo l’impresa crea valore. Per voi, il cervello dell’impresa è dispositivo di valore, avete un team capace di fare impresa e di partecipare attivamente al progetto imprenditoriale.

Saper creare il valore dell’impresa, per noi, vuol dire essere in grado di valutare le opportunità che si presentano ciascun giorno: misurarle, cogliere e studiare progetti che possano riscontrare successo presso i nostri clienti.

A maggio dell’anno scorso è nata una divisione: la Preziosi Collection. In questo caso siamo stati attori del mercato e abbiamo creato un prodotto delocalizzandolo, perché è storicamente necessario produrre dove i costi della manodopera sono più bassi. Non dobbiamo spaventarci perché il mercato orientale adesso è la manodopera mondiale, anzi, questo ha permesso di mantenere i costi entro determinati limiti, noi abbiamo delocalizzato per necessità. Ma delocalizzare non vuol dire rinunciare alla creazione del valore di un’impresa che non è fisicamente dove si produce, perché comunque si crea ricchezza. Per la Preziosi Collection abbiamo costruito un prodotto interpretando le esigenze del mercato attraverso il sistema delle “4 P”: product, place, price, promotion. Bisogna pensare al prodotto, al luogo in cui venderlo, al prezzo,  che deve essere competitivo, e a pubblicizzarlo in base al target d’acquisto.

In molti altri casi invece lavoriamo per clienti che posizionano autonomamente il proprio prodotto sul mercato. Ma, in ciascun caso, essere critici è l’atteggiamento fondamentale perché permette, sia a noi sia al cliente finale, di limitare gli errori. Creare valore significa spendere la nostra conoscenza, la nostra esperienza, il nostro know how a beneficio del cliente, sia esso il consumatore finale o quello che affronta in modo indipendente il mercato.

Un aspetto interessante che emerge dalla vostra esperienza è la valorizzazione del marchio. Con i vostri servizi promozionali fate in modo che si affermi il brand di un’azienda, e questo costituisce un elemento di valore aggiunto.

Come dite voi cifrematici, noi cerchiamo di far emergere la cifra. Non dico che chi vede il prodotto Grani lo riconosca subito, ma quasi. Il nostro prodotto dev’essere in direzione della cifra, del valore assoluto, deve essere curato nei minimi particolari, vogliamo che non sia soggetto ad alcuna critica. Certo, nell’arte, magari è differente: Picasso, per esempio, ha avuto successo, ma non tutti gli artisti giungono alla cifra. Noi non facciamo opere d’arte, ma nei nostri piccoli prodotti creiamo qualcosa in cui c’è arte ed è in direzione della cifra.

Di recente avete acquisito la licenza Ferrari.

Nell’azienda Ferrari abbiamo trovato serietà, attenzione e rispetto per le idee.

Hanno riconosciuto la nostra credibilità e questo è stato importante per concludere un contratto di licenza, finalizzato a un’operazione condotta insieme alla De Agostini, che ci permetterà, dove non andremo contro gli interessi della De Agostini, di vendere il nostro prodotto su tutti i mercati: si tratta di una Ferrari “Enzo” GT in scala 1:10 in die cast, una lega in metallo; è uno dei più bei prodotti al mondo tra quelli realizzati in questo materiale nel settore del collezionismo statico.

È un progetto che ci ha impegnato per otto mesi e ci ha permesso, essendo a Modena, di sfruttare al massimo una serie di opportunità disponibili sul territorio, creando così valore. Per esempio, la macchina è dotata di suono, chi  spinge l’acceleratore sente il rumore del motore: essere a Modena ci ha permesso di accedere al motore di una Ferrari “Enzo” GT per registrarne il rumore.

Non avremmo potuto farlo così velocemente se fossimo stati altrove. E questo vale anche per i particolari della carrozzeria che abbiamo riprodotto fedelmente. Siamo fieri di aver creato questo prodotto perché Ferrari è un marchio che suscita grande rispetto e grande fascino in tutto il mondo.

Oltre alla valorizzazione del marchio dei vostri clienti attraverso i prodotti promozionali, sono importanti i dispositivi con i collaboratori. Leggendo i testi sul vostro sito, a proposito del personale, colpisce molto il riferimento all’umiltà e all’amore per il lavoro. Di quale umiltà si tratta?

L’umiltà è nostra, mia e dei miei fratelli. Infatti, ci poniamo nei confronti dei nostri collaboratori con grande umiltà, nel collaboratore vediamo sempre l’amico. Vent’anni fa utilizzavo una macchina scassata, quella che utilizzavamo in sei nella nostra famiglia, adesso posso guidare una Ferrari, ma sono rimasto lo stesso.

È un sentimento che si ha dentro, che porta ogni mattino a creare valore, a inventare cose nuove, a non fermarsi mai.

Quindi, oltre all’umiltà, è importante la carità, non nel senso dell’elemosina, ma nel senso di ammettere che esiste anche l’Altro.

Assolutamente. Noi entriamo nel mercato cercando di scavarci una nicchia, per fare il bene, non per fare il male dei nostri concorrenti. L’umiltà ha una doppia valenza, è il modo in cui ci si pone nell’ambiente di lavoro e sul mercato. Con questo atteggiamento si rischia di fare meno errori.

La Grani & Partners è un’azienda del terzo millennio a tutti gli effetti, non ha nulla di provinciale o di locale, potrebbe essere ovunque.

Sì, ma siamo sempre legati alle nostre radici, una pianta non sta dritta senza radici.

Quali sono i vostri programmi nell’immediato?

Tanti, forse troppi, ma il progetto globale è di far crescere sempre più l’azienda.

In tutte le attività che seguiamo io e i miei fratelli siamo sempre in movimento, a volte diciamo che dobbiamo fermarci ma poi non ci riusciamo.

Il valore dell’impresa è qualcosa che viene considerato, per esempio, anche in vista della partecipazione di fondi internazionali e soci esterni.

La Grani & Partners è socia del Gruppo Preziosi, che è partecipato al 52% dal Fondo 3I della Bank of England, uno dei più cospicui fondi d’investimento a livello mondiale. La nostra azienda ha un buon peso sia sul fatturato del gruppo sia sul risultato di esercizio e porta risultati importanti.

In questo modo, siamo legati a doppio filo con un fondo che, quando ha deciso d’investire nel Gruppo Preziosi, ha voluto verificare tutto ciò che riguardava le società presenti nel gruppo, compresa la nostra. Il Gruppo Preziosi ha in programma di andare in borsa entro due anni e noi cerchiamo di fare la nostra parte, migliorando i risultati e consentendo così al gruppo di ricevere una valutazione più consistente. Stiamo facendo quello che occorre per arrivare insieme all’obiettivo.