La Città del Secondo Rinascimento

Numero 31 - La libertà, l'arte, l'impresa

Elisa Caselli
direttore di Villa Aretusi, Bologna

ARTE, CULTURA, OSPITALITÀ

Villa Aretusi, una delle più belle ville bolognesi del ‘600 e storica dimora del pittore bolognese Cesare Aretusi, dopo un lungo periodo di abbandono in seguito ai bombardamenti dell’ultima guerra, torna oggi agli antichi splendori, grazie alla fedele ricostruzione che ne ha fatto la famiglia Caselli, in accordo con le direttive della sovrintendenza. Elisa Caselli, lei che ha assunto la direzione della Villa in tutti i suoi aspetti, vuole raccontarci questa bella storia?

La mia passione per la ristorazione, che coltivo sin dall’età di quattordici anni, mi ha consentito d’investire in questo settore. Dopo dieci anni di formazione, mio padre commissionò a un’agenzia immobiliare la ricerca di un locale che fosse differente dai soliti, vicino al centro di Bologna, ma anche a due passi dalla tangenziale e dall’aeroporto. Quando l’agenzia ci propose Villa Aretusi, che all’epoca era completamente diroccata, rimanemmo molto colpiti dalla sua storia, anche perché, nonostante lo stato in cui versava, si poteva cogliere la sua antica bellezza. Da quel momento, incominciai a dedicarmi al restauro della Villa in tutti gli aspetti, dalla ristrutturazione all’arredamento, e questo fu anche il modo con cui mio padre mi mise alla prova.

Lei ha seguito la posa di ciascun mattone e l’esecuzione di ciascuna rifinitura, ha anche disegnato alcuni componenti di arredo. Che cosa ha rappresentato per lei essere protagonista del rinascimento di questa Villa?

Per me è stata una grande emozione. Alcuni particolari li ho disegnati io con la collaborazione dei nostri mobilieri, così da rendere unici l’allestimento interno e l’arredamento.

Secondo lei, in che modo seguire con cura ciascun dettaglio fa parte dell’accoglienza dell’ospite nella storia della Villa?

Per questo aspetto, sono stata aiutata dai vincoli che la sovrintendenza ha posto nella scelta dei materiali: seguendo questo percorso verso cui le loro direttive mi hanno indirizzato, ho poi cercato di completare l’opera con un arredamento che potesse fare sentire il cliente in un ambiente elegante, ma che non lo mettesse a disagio, in modo da offrire un’ospitalità calorosa e accogliente.

Infatti, entrando nelle sale di Villa Aretusi, si ha la sensazione di essere quasi a casa propria, grazie alle atmosfere che tengono conto della tradizione architettonica e stilistica bolognese. Tra le altre cose, state avviando collaborazioni con associazioni, bolognesi e non. Quali servizi offre Villa Aretusi a queste associazioni e agli altri ospiti?

Oltre al ristorante, abbiamo dieci camere d’albergo, arredate in maniera classica e dotate di tutti i comfort: non sono molte, ma è stata una precisa scelta per consentire un servizio più accurato e di alta qualità. Offriamo anche una sala polivalente, che può diventare sala ristorante o sala convegni. Ma siamo disponibili per qualsiasi altra proposta. Possiamo organizzare buffet, meeting, cene o pranzi di lavoro, ma anche coffee-break. La Villa, oltre a disporre di un ampio parcheggio privato, d’estate permette di sfruttare il giardino, un bellissimo spazio verde, che consente di organizzare ricevimenti immersi nella natura, pur essendo a pochi chilometri dal centro della città.

Ci sono anche nuovi progetti per Villa Aretusi?

Per la prossima estate, oltre al ristorante e all’albergo, dovremmo attivare una terza attività, quella del bar. Organizzeremo serate con musica dal vivo, all’aperto. Così, questa location avrà sempre più funzioni, in modo che gli ospiti possano venire a Villa Aretusi per pernottare o gustare gli ottimi piatti del nostro ristorante o anche solo per un aperitivo accompagnato dalle note di musica dal vivo, in un contesto straordinario.