La Città del Secondo Rinascimento

Numero 23 - L'era del brainworking

Luigi Mai
amministratore delegato di Energy Group, presidente della PTL (Mirandola), presidente della CNA della provincia di Modena

UN ESEMPIO VINCENTE DI RAGGRUPPAMENTO DI IMPRESE

L’azienda di cui lei è presidente, la PTL, nonostante la sua media dimensione, ha un’esperienza che è riuscita a fare scuola nell’innovazione, a livello sia nazionale sia internazionale, promuovendo, tra l’altro, la costituzione di Energy Group, un gruppo che riunisce le esperienze e le competenze di cinque aziende della nostra provincia, fornitrici di servizi differenti nei settori della piccola carpenteria, dell’automazione e dell’impiantistica. Quali sono stati i fattori che hanno spinto verso la nascita del gruppo?

Proprio nella sede della CNA, di riunione in riunione, a cominciare dal 2004, fra cinque aziende della provincia di Modena – oltre a PTL di Mirandola (carpenteria metallica), Progel di Vignola (software e elettronica industriale), Phema di Savignano (progettazione elettronica per macchine automatiche), C. L. G. di Castelfranco (impianti elettrici e automazione) e Tel.Si di Vignola (cablaggio quadri elettrici di comando) – nasce il sodalizio che costituirà Energy Group. Constatando l’esigenza del cliente di ridurre il più possibile il numero dei fornitori e di favorire le aziende che possono offrire prodotti finiti, “chiavi in mano”, le aziende che oggi fanno parte di Energy Group hanno ritenuto indispensabile proporsi come realtà di riferimento che associasse varie competenze ed esperienze. E il tempo ha dimostrato che avevano ragione: a distanza di pochi anni, ciascuna azienda ha quadruplicato il proprio fatturato singolo, questo perché il Gruppo ha consentito una più intensa ed efficace azione di marketing e di comunicazione, che è servita a ciascun cliente delle cinque aziende di venire a conoscenza dei prodotti e dei servizi offerti dalle altre.

Quali difficoltà avete dovuto affrontare prima di partire?

Certamente, all’inizio c’è stato un grosso scoglio da superare: l’individualismo, insito in ogni imprenditore, unitamente alla paura di perdere la propria identità a vantaggio dell’immagine del Gruppo nel suo complesso. Timore che si è rivelato infondato, dal momento in cui ciascuna azienda non solo conserva il proprio marchio e la propria attività specifica, ma gode anche del vantaggio dello scambio di formazione e informazione. E qui vale la pena sottolineare che nel nostro Gruppo comunichiamo sempre tutte le informazioni indispensabili su ciascun cliente: svolgendo attività che non sono in competizione ma si integrano fra loro. Non abbiamo alcun interesse a mantenere segreti, anzi, più informazioni ciascuna azienda ottiene sul proprio cliente e più sarà in grado di rispondere in modo preciso, puntuale e specifico alle singole esigenze di redditività, qualità e ottimizzazione dei processi produttivi di ciascuna azienda cliente.

In breve, possiamo dire che Energy Group è un dispositivo di valore, perché contribuisce a valorizzare i prodotti di ciascuna impresa del Gruppo e ciascuna impresa, a sua volta, contribuisce a valorizzare i prodotti finiti che il Gruppo è in grado di offrire ai clienti, sempre più impegnati ad affrontare nuove sfide…

Quella delle aggregazioni è una tendenza che deve sempre più diffondersi, se vogliamo assicurare un futuro alle migliaia di piccole e medie aziende che costituiscono il tessuto economico della nostra provincia e che sono destinate a essere soppiantate dalla concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro, se rimangono fissate al loro glorioso passato di aziende artigiane specializzate in uno o due componenti di un prodotto.

Che cosa occorre perché ci sia educazione alla costituzione di gruppi di imprese come Energy Group?

Bisogna mettere da parte l’individualismo. E la formazione è sicuramente indispensabile per dissolvere la mentalità diffusa che è alla base dell’individualismo. Purtroppo, pare che i fondi pubblici per la formazione e la ricerca, anziché aumentare, andranno sempre più a diminuire, a discapito della competitività delle nostre aziende che, confrontandosi in un mercato sempre più globale, devono superare ogni forma di campanilismo e tenersi sempre al passo con le innovazioni di prodotto e di processo, ma anche con tutto ciò che fa parte del capitale intellettuale, quindi, il management e la formazione del personale nei vari settori interni all’azienda, dalla produzione alla vendita alla comunicazione. Quando nel 1986, nella PTL siamo passati dalla semplice lavorazione del ferro all’uso di macchinari ad alto contenuto tecnologico, abbiamo affiancato la trasformazione con diversi corsi di formazione e aggiornamento, grazie alla collaborazione di CNA, per i trentacinque operai, tutti altamente specializzati.

Il caso di Energy Group dimostra chiaramente come il cervello dell’impresa sia nel dispositivo: non solo nei dispositivi di ciascuna azienda del Gruppo, ma anche in quelli che esse instaurano fra loro. Così, sembra sfatata la credenza nel cervello come chi è a capo di qualcosa o di qualcuno…

Le nostre aziende sono capo commessa a turno, e solo per motivi contingenti, non di ordine gerarchico, economico o sociale. In questo modo aumenta la creazione di valore, senza generare conflitti. Ne va della qualità della vita nel nostro lavoro.

D’altra parte, l’attenzione alla qualità e al valore si può notare anche nella nuova sede della PTL – di cui parleremo nel prossimo numero del nostro giornale –, di diecimila metri quadrati, costruita in modo da garantire condizioni di assoluta salubrità per l’assenza di polveri sottili e rumore e per la luminosità naturale garantita parecchie ore al giorno dalla particolare disposizione del tetto.