La Città del Secondo Rinascimento

Numero 23 - L'era del brainworking

Matteo Scaglietti e Francesco Terrano
soci fondatori del Gruppo di consulenza in proprietà intellettuale F&M, Modena

LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Nelle aziende in cui l’innovazione e la ricerca sono costanti, si verificano spesso fughe di notizie, a volte da parte degli stessi collaboratori. Indubbiamente, la proprietà industriale costituisce un valore aggiunto, ma come proteggerla fin dalla sua nascita?

Il mantenimento della segretezza da parte dei dipendenti rispetto ai segreti aziendali è garantito in generale dall’obbligo legislativo di questi ultimi ad essere fedele al proprio datore di lavoro e a non divulgare informazioni riservate. Nella pratica è bene comunque adottare una serie di cautele preventive, come ad esempio identificare con esattezza chi sono i soggetti depositari di specifici segreti aziendali, strutturare l’organizzazione del reparto di ricerca e sviluppo e responsabilizzare il personale fin dall’assunzione attraverso la firma di specifici moduli. Inoltre sarebbe opportuno identificare un responsabile che sappia esattamente chi sa cosa all’interno di un progetto. La difficoltà è che spesso l’elaborazione di un progetto è molto frenetica e coinvolge molte persone che, per potere adempiere al proprio ruolo, hanno bisogno di conoscere tutte o molte delle informazioni riservate. E d’altro lato è anche vero che se le persone coinvolte devono coordinarsi tra loro, frazionare le informazioni diventa ancor più complesso. In tali casi allora, diventa necessario usare canali certificati di trasmissione dei documenti e delle informazioni e ciò per ricostruire a posteriori il transito dell’informazione stessa.

Se la violazione di segreti costituisce dunque un grave illecito, molto spesso la difficoltà maggiore consiste nel dimostrare che tale violazione è effettivamente avvenuta: le misure pratiche cui accennavamo possono ridurre questa incertezza.

Ovviamente il mantenimento della segretezza è una necessità anche nei casi in cui l’impresa si avvale di consulenti esterni: nel contratto che lega l’impresa al consulente devono essere previste una serie di clausole di riservatezza che possono prevedere, in caso di violazione del predetto obbligo, anche specifiche penali. Inoltre devono essere previste disposizioni per ottenere che il consulente esterno non re-impieghi le informazioni apprese durante il periodo di collaborazione con l’impresa in danno della stessa ovvero a favore di concorrenti.

In ogni caso, una volta che il progetto è stato delineato nelle sue caratteristiche principali, ed esso possegga le caratteristiche per essere brevettato, bisognerà procedere immediatamente in tal senso al fine di evitare i pericoli connessi a possibili fughe di notizie.

Inoltre, sempre al fine di evitare pregiudizi insanabili alla possibilità di brevettare l’invenzione, bisognerà evitare di divulgarla (ad esempio pubblicizzandole in fiera) prima che la relativa tutela brevettuale sia stata richiesta. Simili comportamenti pregiudicano in maniera pressoché insanabile la possibilità di conseguire valide concessioni amministrative di natura brevettuale.

A partire dalla vostra esperienza di consulenza sulla tutela della proprietà intellettuale, che cosa potete dirci sulla cultura del diritto in questa materia in Emilia Romagna?

Rispetto ad alcuni anni fa, la consapevolezza dell’importanza dei diritti in materia di proprietà intellettuale è fortemente aumentata. L’imprenditore affronta oggi i vari problemi ad essa connessi e ragiona sull’importanza di ciò che ne consegue. Rispetto ai brevetti, possiamo dire che la consapevolezza della loro importanza è più sentita, più viva. Ciò ha ragioni storiche: il contesto imprenditoriale emiliano infatti ha una ricca tradizione aziendale di inventori, soprattutto per ciò che riguarda la meccanica.

Un tasso di consapevolezza minore lo si riscontra invece rispetto ai marchi d’impresa, mentre ancora praticamente sconosciute sono le enormi potenzialità della disciplina nazionale e comunitaria del design.

Per questo, è necessario aumentare l’informazione sulle opportunità sottese alla proprietà industriale, facendola diventare uno dei rami portanti della moderna cultura d’impresa.

È necessario che l’impresa sia consapevole delle diverse possibilità che l’apparato legislativo italiano e di altri paesi offrono all’imprenditore per tutelare in maniera efficace ed efficiente la propria creatività, fattore imprescindibile per affrontare le difficili, ma anche ricchissime di opportunità, sfide del mercato globale. Una conoscenza che permetterà all’imprenditore di fare scelte oculate, accordandole con le sue effettive priorità a livello commerciale.