La Città del Secondo Rinascimento

Numero 32 - Istanza di qualità

Ivonne Capelli
coordinatrice e membro del CdA di Villa Giulia, Pianoro (BO)

LA QUALITÀ DI VILLA GIULIA

In che modo a Villa Giulia è avvertita l’istanza di qualità?

La qualità è ciò che viene sempre più richiesto dalla società alle strutture socio assistenziali che si occupano di anziani e grandi anziani.

La prima richiesta, che è anche la più forte e immediata, giunge dagli utenti che vivono quotidianamente nelle strutture, per i quali ormai è diventata un’esigenza respirare aria di benessere, inteso nel senso di “bene essere”, “stare bene”. Ma è difficile spiegare cosa significa “stare bene”. L’obiettivo da raggiungere è quella “qualità” a cui fa riferimento la normativa rivolta in origine al settore industriale, ma ormai recepita anche dal settore terziario e in particolare nei servizi e che per noi va intesa come mezzo per mettere al centro la persona e quindi produrre qualità di vita per chi abita nelle strutture residenziali per anziani. Alcuni aggettivi cercano di definire meglio il concetto di qualità: rispetto della dignità dell’ospite, dando la possibilità di coltivare desideri e passioni; laboriosità nelle attività quotidiane, mantenendo le capacità residue; affettività nelle relazioni, valorizzando la memoria nel presente; comfort dell’ambiente circostante in tutti gli spazi di vita quotidiana; salute intesa come garanzia di cura; vivibilità del clima interno, nell’atmosfera circostante.

La seconda istanza di qualità giunge dal personale assistenziale che si occupa quotidianamente degli ospiti e vive con loro: l’ascolto del fabbisogno formativo, l’informazione, la formazione continua e il coinvolgimento del personale a vari livelli sono diventati prassi consolidate all’interno dell’organizzazione. Implementare un procedimento in qualità significa fare acquisire a tutti gli attori le proprie responsabilità, ma anche le proprie soddisfazioni in un mondo che impegna in modo globale e dove ciascuno fa la propria parte, dando il meglio di sé. Così l’anziano non si sente isolato o emarginato dal contesto e vive la struttura in modo attivo, perché anche lui ha una precisa funzione nel dispositivo dell’organizzazione e di conseguenza, implicitamente, magari senza neppure accorgersene, nella vita.

La terza istanza di qualità giunge dal mondo esterno, dal contesto territoriale e dalle istituzioni, con cui la struttura si confronta: ospedali, fornitori, enti pubblici e privati. Sicuramente quando nell’incontro dobbiamo disbrigare procedure burocratiche, che nei loro contenuti sono aride, ripetitive e poco hanno di emozionale, la qualità è molto importante. Inutile dire che l’istanza di qualità proviene anche dai familiari degli ospiti — i primi a contattare la struttura — che debbono giungere a una scelta per il proprio caro in un momento per loro difficile perché spesso è accompagnato da un senso di colpa. Le informazioni che diamo loro devono essere precise e concordanti, essenziali e sincere e trovare riscontro nella visita alla struttura. Vanno ascoltate le domande a cui non bisogna stancarsi di rispondere, accettati i consigli perché fonti di innovazioni magari come stimolo al miglioramento. Ecco la parola d’ordine affinché un dispositivo funzioni: “miglioramento continuo”, per tutti gli attori di questo grande palcoscenico.